Quando si parla di domotica e sicurezza, le preoccupazioni maggiori riguardano i sistemi a cui sono affidati compiti importanti per la nostra sicurezza, primo tra tutti quelli che gestiscono l’accesso all’abitazione. Quando compare un bug, di solito, è da brividi.
Questa volta il problema travolge Amazon Key, il kit dell’azienda statunitense composto dalla videocamera di sicurezza Amazon Cloud Cam abbinato a una serratura elettronica compatibile.
Un sistema piuttosto particolare, che Amazon ha programmato per consentire l’accesso a persone di cui ci si fida, compreso i fattorini che consegnano i prodotti acquistati sul servizio di e-commerce anche quando il padrone di casa è assente.
Il tutto funziona così: una volta assegnato il permesso, il fattorino (o qualsiasi altra persona a cui si è inviato un permesso di accesso temporaneo) può aprire la porta, fare quello che deve fare e uscire chiudendosi la porta alle spalle.
La sicurezza è garantita dal fatto che, al momento della consegna, la videocamera si attiva e registra tutto trasmettendolo anche in streaming al proprietario di casa.
Per portare l’attacco è sufficiente usare uno strumento open source chiamato Aircrack-ng, che permette di far “saltare” l’autenticazione della Cloud Cam nella rete Wi-Fi, mandandola offline per un periodo di tempo variabile tra i 20 secondi e i 5 minuti.
L’attacco non richiede l’autenticazione sul router e può essere ripetuto per quante volte si vuole. Di conseguenza, un eventuale hacker potrebbe mettere K.O. la videocamera per tutto il tempo che desidera.
Per portarlo è sufficiente identificare il MAC address della Cloud Cam. Cosa non difficile visto che l’identificativo di tutti i prodotti Amazon comincia per FC:A1:83.
La prima conseguenza, quindi, è che un eventuale “fattorino hacker” potrebbe bloccare la registrazione e fare quello che vuole mentre ha libero accesso all’appartamento, contando sul fatto di non essere registrato in video.
Tanto più che nel momento in cui la videocamera è offline, sul dispositivo del padrone di casa non comparirebbe un avviso o una schermata nera, ma rimarrebbe un fotogramma fisso con una semplice icona che indica il buffering del video.
Il problema, però, è più ampio. Stando ai test eseguiti dai ricercatori, infatti, l’attacco coinvolgerebbe anche il sistema di chiusura della porta, che nei fatti è gestito dalla Cloud Cam. Fino a quando la videocamera è offline, quindi, la serratura non si chiude.
Il “fattorino hacker”, come si vede nel video, potrebbe anche fare la consegna regolarmente, portare l’attacco nel momento in cui chiude la porta (ma prima che scatti la serratura) e rientrare senza che dalle registrazioni o dai log risulti nulla di strano.
Naturalmente non c’è bisogno che sia proprio il fattorino a introdursi nell’abitazione. Un malintenzionato potrebbe bloccare il sistema sperando, per esempio, che la persona che ha avuto accesso all’abitazione non si accorga della mancata chiusura della porta.
Ma c’è di più: il kit Amazon Key, come scrivono i ricercatori nel report, è compatibile con tre modelli di serrature elettroniche. Due di queste hanno un pulsante all’esterno che consente di chiudere la porta autonomamente, ma il terzo (Kwikset Convert) non lo ha.
Questo significa che in caso di malfunzionamento, senza una chiave “fisica” è impossibile chiudere la porta. Il fattorino si troverebbe quindi in una situazione decisamente spinosa: la porta di un cliente aperta e nessuna possibilità di chiuderla.
Quest’ultima ipotesi, però, non ha particolari implicazioni per la sicurezza. Se non quello di rovinare la giornata a un povero addetto alle consegne.
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