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lunedì 6 giugno 2016

Ubuntu: l’alternativa open source a Windows

Ubuntu è il sistema operativo open source più amato, completo e diffuso sul mercato. Ma perché sceglierlo rispetto a Windows?

C’è poco da fare, la stragrande maggioranza dei computer di tutto il mondo girano con a bordo il sistema operativo più conosciuto di sempre, che declinato nelle sue diverse varianti di Windows continua a detenere ben il 90.61% dei personal computer di tutto il globo. Ma nonostante la sua diffusione capillare, c’è ancora chi tiene botta creando un seguito di tutto rispetto intorno a un ecosistema gratuito.
Sono infatti sempre di più gli utenti che decidono di abbracciare la filosofia dell’open source di Linux, che nonostante tutto è in grado di offrire un sistema operativo completo sotto ogni punto di vista. Il tutto senza imporre un costo alla licenza d’uso e con la possibilità di creare un OS personalizzato a seconda delle necessità – e competenze – dell’utente finale.

Ubuntu cos’è 

La versione più amata, completa e utilizzata del kernel Linux non può che essere la mitica Ubuntu, il sistema operativo made in Canonical che è in grado di tenere testa al ben più noto Windows. Sebbene Ubuntu occupi soltanto una piccolissima quota nei PC di tutto il mondo, sono sempre di più le persone che, attratte dagli innumerevoli e indubbi vantaggi, decidono di passare a Linux potendo contare su:
  • Completezza;
  • Affidabilità;
  • Stabilità;
  • Sicurezza;
  • Versatilità;
Se sei un utente che ha sempre utilizzato Windows, ma sei stanco di questo sistema operativo che spesso fa le bizze e non sei più disposto a pagare un centinaio di euro per acquistare la licenza su un computer nuovo, allora Ubuntu è la soluzione che fa per te. Di certo il primo impatto con il mondo Linux può sembrare sconvolgente: dimentica (quasi) tutto quello che hai imparato in Windows, e apri la tua mente a un’esperienza nuova.
No, Ubuntu non è cosa solo per smanettoni, ma di certo è un sistema operativo da conoscere e imparare ad usare, partendo da una buona predisposizione all’apprendimento di nuove tecnologie, o quantomeno diverse dal solito. Troverai tutto ciò che ti serve per l’uso quotidiano del tuo PC, come:
  • Editore di testi;
  • Suite da ufficio;
  • Client e-mail;
  • Browser;
  • Lettore multimediale;
  • Visualizzatore PDF;
  • Software per fotoritocco.
Tutto questo e molto altro, tantissimi programmi che potrai scaricare ed installare senza troppi problemi attraverso il comodo Ubuntu Software Center (e tanti cari saluti alle stringhe da terminale). Se cerchi un sistema operativo affidabile e completo, non saranno di certo l’aspetto e funzionalità del desktop o l’ipotetica installazione di nuovi programmi tramite comandi da terminale a fermarti, quindi rimboccati le maniche e installa questo fantastico sistema operativo.

Come installare Ubuntu

Prima di ogni cosa, è necessario procurarti l’immagine disco del sistema operativo, noto anche come file ISO, che ti permetterà di installare agevolmente Ubuntu sulla tua macchina.
Per fare ciò basta collegarsi al sito ufficiale, selezionarne versione e architettura in base al tuo processore, e infine schiacciare il pulsante Download.
Al termine del download avrai a tua disposizione un file che potrai sfruttare in due modi:
  1. Masterizzandolo su un supporto di memoria come un DVD;
  2. Utilizzandolo per la creazione di una pendrive avviabile.
È infatti possibile installare Ubuntu da USB, avvalendosi di un apposito programma quale Rufus, UNetbootin, Linux Live Usb Creator e similari, e sfruttando una pendrive. A tal proposito, è consigliabile utilizzare una penna USB con capienza di almeno 2 GB: una volta inserita in una porta USB del PC e aperto uno dei programmi sopraccitati, non ti resterà che selezionare il file ISO precedentemente scaricato, per dare inizio all’operazione che renderà la tua pendrive avviabile.
Inoltre, assicurati che il computer sia predisposto all’avvio da pedrive e prosegui nella procedura guidata per installare il sistema di Linux.
In primo luogo ti sarà chiesto di impostare la lingua, poi dovrai scegliere l’installazione di Ubuntu (l’installazione, non la prova!), e dopo aver controllato di avere sufficiente spazio libero nel disco, di essere collegato alla corrente elettrica – consigliabile per il portatile – e alla rete internet, passa alla formattazione e installazione della distro Linux.
Tutto il procedimento che porterà Ubuntu sul tuo dispositivo è davvero molto intuitivo e ben illustrato dalla procedura guidata: ti basterà leggere le istruzioni per completare in meno di quanto pensi l’installazione di Ubuntu.

Ubuntu 16.04: le novità

Una caratteristica interessante di questa versione è che si tratta di una LTS (Long Term Support), cioè di una versione che riceverà supporto ed aggiornamenti per cinque anni.
Ubuntu 16.04 è destinata a segnare un punto di svolta nella storia di questa distribuzione. Secondo i piani già annunciati dallo stesso Mark Shuttleworth, questa dovrebbe essere l’ultima versione ad utilizzare la ormai ben nota interfaccia Unity 7 ed il server grafico Xorg: sebbene sia già possibile installare le versioni sperimentali di Unity 8 e Mir, la transizione a queste nuove tecnologie avverrà probabilmente con Ubuntu 16.10.

Per avere Ubuntu 16.04 procedi al download del file ISO relativo, non senza prima aver controllato se il tuo computer è in grado di girare senza problemi con questa release.
Per Ubuntu 16.04 i requisiti minimi per funzionare correttamente sono:
  1. Processore da 1 GHZ o superiore;
  2. Memoria RAM da 1.5 GB;
  3. 7 GB di spazio libero su disco.

Ubuntu VS Windows

Se alla fine della lettura di questo articolo ti stai ancora chiedendo se è meglio Ubuntu o Windows, sappi che si tratta solo di abitudine e predisposizione al nuovo.
Se non hai tempo per imparare le dinamiche di un sistema operativo moderno e in continuo aggiornamento come Ubuntu, allora il classico pacchettino prêt-à-porter di Windows è la soluzione alle tue necessità.
Se, però, sei curioso e hai voglia di sperimentare nuovi modi di intendere l’esperienza del personal computer, allora non puoi proprio rinunciare a provare un sistema operativo come Ubuntu.

FONTE

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